Nel 2021 ricorrono i 25 anni dalla nascita della birra artigianale italiana. Fu nel 1996 che presero vita i primi micro impianti di produzione che hanno dato avvio ad uno fra i più importanti fenomeni culturali degli ultimi anni in Italia. La “rivoluzione” della birra artigianale, tante nuove realtà che aprirono la strada al nuovo movimento italiano. Fino ad arrivare all’istituzione della denominazione di legge di birra artigianale nel 2016.
L’azione di tutela di Unionbirrai
Dagli esordi ad oggi, i cambiamenti raccontano di un mondo estremamente dinamico e innovativo. Il panorama italiano dei produttori indipendenti di birra artigianale è oggi mutato. E nel 2020, si è rilevata la presenza di circa 1200 birrifici artigianali, dei quali il 40% associati ad Unionbirrai, associazione di categoriabirra dei produttori indipendenti di birra che fin dai suoi primi passi segue, tutela e promuove questo mondo e la cultura ed esso legata.
Il 2019 ha segnato l’aumento in Italia dei consumi di birra e della produzione anche per i piccoli birrifici, cosa che avrebbe fatto ben sperare. A causa dell’ultimo anno di pandemia e le restrizioni ad essa connesse, oggi, i produttori di birra artigianale devono fare i conti con grossi cali di fatturato, risentendo direttamente delle limitazioni che da un anno ricadono sugli esercizi di somministrazione.
E queste perdite, non sono state considerate in fase di assegnazione dei ristori quando il criterio del codice Ateco ne definiva i beneficiari, escludendo la categoria. E anche dopo l’eliminazione di questo parametro, con l’ultimo Decreto Sostegni, non c’è stata la definizione di contributi proporzionali alla contrazione media generata dal calo del volume di affari.
A permettere la sopravvivenza di questo settore nell’ultimo anno, quindi, solo la dedizione e l’impegno che da 25 anni contraddistinguono i piccoli birrifici indipendenti italiani, fortemente motivati a superare la crisi, anche sostenuti dagli sforzi dei ristoratori e dei publican che hanno saputo adeguarsi e reinventarsi e dai fedeli consumatori di birra artigianale.
Se si esclude, quindi, il periodo della pandemia, il mercato della birra artigianale italiana è cresciuto in maniera esponenziale nell’ultimo quarto di secolo. Ma si sente ancora forte la necessità di avvicinare i consumatori sempre di più a questo prodotto spesso non ancora completamente compreso, per accrescerne la conoscenza, e cogliere la cultura e la piccola grande storia che si cela dietro ogni azienda, ma allo stesso tempo anche per sostenerne sempre di più l’economia.
Ed è proprio in questa direzione che vanno le tante iniziative di Unionbirrai, che già da tempo ha lanciato il marchio collettivo di tutela “Indipendente Artigianale – Una Garanzia Unionbirrai”, logo registrato sia in Italia che in Europa che identifica i birrifici artigianali indipendenti e allo stesso tempo consente ai consumatori di riconoscere subito la vera birra indipendente e artigianale italiana, e che già da un decennio propone corsi di degustazione, adesso anche disponibili sulla piattaforma UBAcademy.
Il concorso birra dell’anno
Unionbirrai ha lanciato Birra dell’Anno 2021, la sedicesima edizione del concorso per premiare le migliori birre artigianali italiane e il miglior birrificio artigianale d’Italia.
Adattandosi all’emergenza pandemica, il concorso non si è fermato e nell’anno in cui la birra artigianale compie un quarto di secolo, guarda al futuro. Infatti, tante le novità. Nuove date e nuova location. Le iscrizioni on line hanno scadenza il 30 giugno, con agevolazioni early bird fino al 30 aprile e giuria nei mesi estivi. La premiazione si svolgerà il 31 agosto, durante la giornata di apertura della XX° edizione di Cibus – Salone Internazionale dell’Alimentazione.
Novità anche nel regolamento del concorso. Si ampliano le categorie in cui è possibile iscrivere le birre, che passano da 42 a 45, con l’introduzione di Italian Pils, India Pale Lager e Sour Fruit Beer. Una necessità nata dall’aumento delle birre ispirate a questi tre stili prodotte dai birrifici italiani. Dopo l’ennesimo record di partecipazione dell’edizione 2020, Unionbirrai affronta la sedicesima edizione con lo spirito di fornire un forte segnale di ottimismo e un solido supporto per la ripresa del comparto.
Uno stile tutto italiano
L’assenza di una tradizione nella scena brassicola italiana, ha permesso ai birrai di sperimentare con libertà. Questo però ha richiesto un grande lavoro di diffusione culturale fra i consumatori. Nel corso di un quarto di secolo sono state proposte sul mercato numerose etichette che hanno aperto la strada ad un nuovo e variegato mondo.
I birrai italiani si sono da distinti per la loro creatività, producendo birre originali e oggi, esistono anche delle birre che possono ritenersi tipicamente italiane come l’Italian Grape Ale. Inoltre, correva l’anno 2014 quando Unionbirrai ha inserito per la prima volta nel concorso Birra dell’Anno la categoria “Birre con mosto d’uva”, una novità che introduce il matrimonio perfetto tra birra e vino.
Nelle edizioni successive furono create delle sottocategorie, per valorizzare tutte le produzioni: White Italian Grape Ale, Red Italian Grape Ale, Sour Italian Grape Ale. E questa birra dall’anima italiana sin da subito ha conquistato i palati dei consumatori anche all’estero, ma incuriosendo anche appassionati e birrai.