Il giovanissimo Mirko Chinzi è nato e cresciuto in una borgata di Palermo, chiamata Ballarò. Un quartiere dove è abbastanza difficile stare sulla retta via, tra amicizie sbagliate e tante brutte strade che ti si presentano di fronte. Se spesso è la passione che si fa mestiere – come spesso raccontiamo in questa rubrica – e lo avviene con la pizza in particolar modo, per Mirko si è trattato più di una necessità. E anche di una casualità, se così vogliamo chiamarla.
La scalata di Mirko Chinzi
Mirko era molto giovane quando un amico di famiglia stava aprendo una pizzeria ed era alla ricerca di un fattorino per la consegna delle sue pizze a casa dei clienti. Mirko inizia, così, a lavorare presso il nuovo locale. Dalla pizzeria, però, Mirko non è più uscito dando inzio al il suo percorso di professionista dell’arte bianca, appassionandosi di questo mondo fino a farlo diventare il lavoro della vita e a formarsi instancabilmente e raggiungere alti livelli nel settore. Ma, come ci racconta Mirko, aver raggiunto questi traguardi non basta: occorre continuare a studiare, a cercare, a fare tesoro di tutte le esperienze e gli scambi professionali che la vita che gli offre.
L’esperienza di Mirko nella pizzeria dell’amico di famiglia dura all’incirca due anni. Lì si occupava un po’ di tutto, era una sorta di tuttofare: dalle pulizie alla consegna delle pizze, con qualsiasi condizione atmosferica, Mirko già sentiva di essere nel posto giusto.
Poi la chiusura della pizzeria…
Purtroppo la pizzeria ha dovuto chiudere per mancanza di lavoro, ma “nonostante fosse una cosa brutta per loro, per me è stata una svolta” racconta Mirko Chinzi. Passata questa esperienza, infatti, trova lavoro in un ristorante pizzeria come pizzaiolo. Nonostante non fosse capace di usare la pala, per non parlare di tutte le altre attrezzature professionali, si è messo in gioco, conscio del grande sacrificio e dell’impegno che lo stavano aspettando.
Così Mirko inizia a sperimentare nel nuovo posto di lavoro, provando di tutto e di più (dallo sbagliare il dosaggio degli ingredienti alla forma delle pizze). “Nonostante tutto, però, il titolare mi diceva che in clienti erano soddisfatti e di quei complimenti facevo tesoro. È questo che mi ha spinto a continuare il percorso che avevo intrapreso, piano piano iniziavo a capire dove sbagliavo e dove no. Il confronto con altri pizzaioli è stato fondamentale e prezioso, così come la formazione: i corsi di aggiornamento che ho frequentato con persone di alto livello sono stati necessari per la mia realizzazione. Anche le esperienze vissute nei vari campionati, con le prime vittorie e i primi riconoscimenti, sono state essenziali per me.”
Formazione e incontri: la chiave del successo di Mirko
Ogni cambio di locale, ogni nuova collaborazione, ogni nuovo incontro è stata l’occasione preziosa per Mirko di portare a casa sempre nuove competenze e conoscenze e arricchire il suo bagaglio culturale, aspetto fondamentale per lui.
Dal 2021 è il responsabile panificatore di Sirenetta, locale con oltre 1500 metri quadrati di spazio all’aperto al piano superiore ed altrettanti al coperto, e il cui piano inferiore rappresenta il cuore pulsante della costa palermitana di Mondello.
Dallo stesso anno Mirko Chinzi collabora anche con un’importante azienda del settore, dove “ho avuto l’opportunità di crescere ancora di più, vestendo anche i panni di docente su e giù per l’Italia, arrivando fino all’estero” ci racconta il giovane pizzachef palermitano.
Nel 2022 Mirko è stato scelto come pizzaiolo ufficiale di Casa Sanremo, per la quale sarà anche giudice di gara durante gli eventi culinari del noto programma televisivo nell’edizione di quest’anno.
Una pizza contemporanea che sa di territorio e amore
Quando gli chiediamo di raccontarci la sua pizza, Mirko ci spiega che “si tratta di una pizza contemporanea fatta con prefermento biga, un nuovo metodo di intendere la pizza napoletana rivisitata in chiave moderna. Questo ha reso possibile la creazione di un concetto innovativo vincente e che mi permette di creare un impasto friabile, soffice e fragrante come una nuvola.”
E il suo cavallo di battaglia? È una domanda alla quale non è mai facile rispondere, ma Mirko parte deciso e senza indugio ci spiega la pizza Ciro, dalla quale emerge un legame con il territorio e la ricerca di prodotti genuini e di qualità. “Il nostro cavallo di battaglia si chiama “Ciro”: pizza con crema di datterino giallo, con guanciale di suino nero dei Nebrodi, cipolla di Tropea in agrodolce, burratina pugliese dop e basilico fresco.”
Un percorso e una ricerca affidati ai luoghi che Mirko vive ogni giorno e allo studio, dove costanza, perseveranza e sacrificio sono stati i protagonisti di un percorso di arricchimento che non è ancora finito ma che, al contrario, continua.