Ristorazione post covid: solo 4 imprese su 10 mantengono il fatturato 2019

In una fase che sembra di ripresa per la ristorazione, sullo sfondo del conflitto tra Russia e Ucraina, le notizie per la ristorazione post covid non sono delle più rosee.

L’indagine di Fipe-Confcommercio sulla ristorazione e il turismo

Secondo una recente indagine, pare che la ristorazione non eguaglierà i valori pre Covid almeno fino al 2023. Solo 4 imprese su 10, infatti, torneranno ai livelli di fatturati del 2019. Nel clima di incertezza e dubbio, sono ormai 194mila i posti di lavoro persi dal 2019 a oggi.

Una buona fetta delle imprese italiane dichiara di aver perso personale qualificato e formato. Dopo i problemi legati al Covid, i costi delle materie prime e dell’energia mettono ulteriormente i bastoni tra le ruote alla ristorazione. Si registrano aumenti in bolletta fino al 50% ed aumenti del 25% per i prodotti alimentari. Dal lato dei consumatori, invece, nei primi mesi del 2022 lo scontrino medio ha avuto un incremento del 3,3%, in confronto all’aumento generale dei prezzi.

Il riassunto dell’attuale situazione è contenuto nel rapporto di Fipe-Confcommercio, realizzato in collaborazione con Bain&Company e Tradelab.

ristorazione post covid

I dati della ristorazione post covid

Il 2021 si prospettava essere l’anno della ripartenza per tutti. Invece, ha coinvolto solo il 16% delle imprese, con fatturati cresciuti non oltre il 10%. Il 73% degli imprenditori della ristorazione ha dichiarato un calo verticale causato dalle limitazioni imposte e, quindi, dei consumi. Sono stati spesi oltre 24 miliardi di euro in meno nella ristorazione rispetto al 2019. Si è registrato anche un forte calo delle nuove attività e oltre 45mila aziende che hanno cessato l’attività.

Tra le limitazioni che hanno segnato il calo di fatturato c’è il Green Pass. Fipe-Confcommercio e Format Research segnala che il 72% delle imprese ha registrato alcuni intoppi per la richiesta di esibizione del certificato. Solamente lo 0,8% delle imprese è stata sanzionata per i mancati controlli della certificazione verde.

Tra covid e conflitto bellico, parla il Presidente di Fipe

Il conflitto bellico in Ucraina continuerà ad avere un impatto molto forte sulle nostre attività, per l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari. E così sarà anche per il turismo. Alla luce di questa situazione, il presidente di Fipe Lino Stoppani dichiara che è ancora più necessaria l’eliminazione delle restrizioni per il contenimento della pandemia non solo per ricostruire un clima di fiducia.
A prezzi, approvvigionamento e consumi si aggiunge il problema dell’occupazione. Le aziende hanno perso molto anche in termini di capitale umano e ora occorrono misure per recuperare la produttività. “Senza produttività – aggiunge il presidente di Fipe – non si fanno investimenti, non si attraggono capitali e non si remunera meglio il lavoro.” Stoppani sottolinea che manca una politica di settore che sappia riconoscere il valore del settore della ristorazione e turismo per il Paese. 


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