Lavoro in ristorante: migliaia di posti disponibili
Il lavoro come valore, è questo il segreto per alimentare il tessuto imprenditoriale italiano. Un tessuto che nel caso dei pubblici esercizi si rivela particolarmente giovane e alimentato dall’alternanza scuola/lavoro che in questo settore costituisce un valido modello da replicare, come ha raccontato ieri Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi in occasione del convegno “Alternanza Scuola Lavoro: sapere, saper fare, saper essere dentro e fuori la Scuola”.
In bar e ristoranti i giovani svolgono un importante ruolo come lavoratori e come imprenditori: il 53,2% dei dipendenti nei pubblici esercizi ha meno di 30 anni. Si tratta di 309mila lavoratori, per il 49,2% di sesso femminile e per il 50,8% maschile. Il settore si rivela particolarmente attrattivo anche dal punto di vista imprenditoriale, con particolare riferimento ai giovani: nel solo 2016 sono state avviate 15.602 imprese con un tasso di natalità del 4,8%.
Lavoro in ristorante: mancano 4.000 figure
Un quadro da cui emerge un ulteriore dato significativo che testimonia l’importanza della formazione professionale appresa sul campo attraverso una sempre migliore alternanza scuola/lavoro: secondo l’Ufficio Studi di Fipe emerge per il settore dei pubblici esercizi la difficoltà nella ricerca di personale qualificato, la quale richiede un maggiore scambio tra mondo del lavoro e scuole. Nel 2016 le aziende del comparto hanno avuto problemi nel reperire 4.000 tra cuochi, pizzaioli, camerieri e baristi, in parte per la carenza di candidati (31,5%), ma soprattutto per inadeguate competenze professionali (68,5%).
Fipe sta lavorando in particolare per individuare un modello di intervento della propria struttura, e del sistema in generale, per sviluppare l’alternanza scuola lavoro a misura delle imprese del settore, prendendo a modello il virtuoso esempio rappresentato dalle imprese della ristorazione, un settore tra quelli con la più consolidata esperienza di alternanza formativa, dalle esperienze di tirocinio nelle imprese all’interessante modello dei ristoranti didattici, alle originali classi di apprendisti di primo livello attivate nei contesti regionali dove presente l’istruzione e la formazione professionale.
Tra i passi finora compiuti si segnala la messa a punto di due importanti Protocolli di Intesa, tra Fipe e Re.Na.I.A. – Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri e tra Fipe e la Direzione Generale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. “Questi protocolli – prosegue Stoppani – si propongono di concretizzare l’avvio di un percorso strutturale con il mondo della scuola. Occorre ora che le imprese, avvalendosi del supporto delle associazioni territoriali di Fipe Confcommercio e delle istituzioni scolastiche e superando talune diffidenze che in passato possono esserci state, credano in queste nuove opportunità, affinché i protocolli possano tradursi in proposte concrete”.
LO SCENARIO DI RIFERIMENTO
Secondo gli ultimi dati del Miur, per l’anno scolastico 2016/17 risultano iscritti 204.327 alunni in totale negli istituti professionali per l’enogastronomia e l’ospitalità. In particolare per il biennio in comune dell’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” gli iscritti sono 89.456, mentre per quanto riguarda il triennio risultano ripartiti nel seguente modo: 64.677 studenti per l’indirizzo “Enogastronomia”; 28.679 studenti per l’indirizzo “Servizi di sala e vendita”; 14.546 studenti per l’indirizzo “Accoglienza turistica”.