La Ribolla gialla
Gli uomini preferiscono le bionde. Che siano birre o donne il discorso non cambia. Non cambia neppure quando il biondo, o se preferite la sua variante cromatica originaria, il giallo, abbia a che vedere con il vino. Se il Sauvignon è Blanc e il Pinot è di tutti i colori (nero, bianco e grigio), il giallo è territorio della Ribolla.
Questo vitigno è coltivato in particolar modo in Friuli, per la precisione nel Collio. Zona di confine per gli uomini, il Collio è, di fatto, un territorio unico. Unico perché ha una conformazione geologica molto particolare, unico lo è anche in virtù del fatto che, per la natura, i confini sulle cartine lasciano il tempo che trovano.
L’uomo tuttavia su questo aspetto vuole incidere e decidere, determinando che uno stesso vitigno e un medesimo territorio prendano il nome di Ribolla Gialla e Collio in Italia, mentre in Slovenia vengano chiamati rispettivamente Rebula e Brda. Tuttavia i terreni prediletti dalla Ribolla/Rebula non hanno passaporto, vantando piuttosto una radice comune: la marna.
Una conformazione geologica diffusa in entrambi i territori di produzione, rispetto ai quali abbiamo nuovamente due nomi differenti: ponka in Italia e opoka in Slovenia.
Al di là dell’appellativo utilizzato, quello che interessa è la funzione ovvero quella d’influenzare in qualche maniera i vini che qui si producono, determinando in essi un’evidente sapidità. Dalla collina, zona d’elezione per Ribolla, alla cantina.
Una tavolozza di sapori
Il nome Ribolla deriva probabilmente da quell’esuberanza che la faceva ribollire nei tini in fase di vinificazione. Nelle cantine della zona oggi il vitigno trova diversi impieghi, merito della sua grande versatilità. Un’indole che gli permette di muoversi a proprio agio sia rispetto alle diverse tipologie – bolla o vino fermo – sia rispetto agli stili scelti dai diversi produttori (acciaio, legno di medie dimensioni e persino anfore di terracotta).
La Ribolla Gialla perciò è in grado di esprimere una tavolozza di sapori, che i diversi stili di vinificazione riescono a enfatizzare, specie con un’adeguata macerazione. Il segreto? La buccia. Qui si concentra gran parte del patrimonio aromatico e gustativo del vitigno. Questo non significa tuttavia che una lunga macerazione porti sempre a un risultato apprezzabile.
Il contatto troppo prolungato tra buccia e polpa, finisce alle volte per far smarrire al vino il proprio carattere varietale e persino territoriale. Per questo la Ribolla merita persone che si dedichino a lei. Totalmente.
I consigli di Luca Gardini
Vigneron in crescita
Lo ha fatto e continua a farlo nel Collio italiano, primo tra tutti, Josko Gravner e lo fa oltre confine, tra gli altri, Marjan Simčič. Due capofila che in epoca diverse dietro di sé hanno fatto il vuoto, ma che sempre dietro di sé, oggi, hanno un gruppo di vigneron in costante crescita numerica oltre che qualitativa (ad esempio Jermann già produttore del vitigno nel collio italiano ha deciso d’investire in quello oltre confine con al sua Rebula Visvik).
La maturità del gruppo Ribolla, sia quello sloveno sia quello nostrano, è poi consolidata dal fatto che questi vigneron, termine qui da intendersi senza snobismo, ma utilizzato per individuare chi fatica e suda in real time tutti i giorni, hanno trovato, ciascuno a modo proprio, uno stile personale con cui produrre la Ribolla Gialla.
A testimonianza della grande territorialità del vitigno e del suo valore, in constante ascesa di preferenze, la regione Friuli Venezia Giulia ha ottenuto che questo vitigno in versione Doc e Igt si potesse produrre, utilizzando il nome Ribolla Gialla, solo sul suo territorio.
Fatto salvo questo riconoscimento che tutela ma al tempo stesso lega il vitigno al suo luogo naturale di produzione, spero che si trovi il modo, superando le divisioni nazionali, di unire le due zone di produzione – Collio e Brda – per far sempre più massa critica. Uno sforzo, apprezzabile, è stato condensato in un evento chiamato ‘Brda Home of Rebula’, svoltosi a Vila Vipolze nell’autunno scorso, in cui si sono incontrati idee e sapori di un grande vitigno bianco, pardon, giallo.
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