L’esportazione di pasta sta salvando il Made in Italy. Lo dice uno studio di Federalimentare. Che è stato condotto nei primi 10 mesi del 2020. Infatti, durante questo periodo, le esportazioni alimentari si arenavano su un faticoso +0,1%.
La seconda ondata della pandemia ha inferto un duro colpo all’export Made in Italy nel mondo. Ma lo studio rivela che allo stesso tempo il food and beverage resiste.
Anche quel +0,1% nei primi 10 mesi del 2020 pesa, resta comunque in netto vantaggio rispetto al -12,0% delle esportazioni complessive del Paese.
Questo grazie anche a prodotti versatili ed economici come la pasta. Lo studio di Federalimentare spiega anche come le esportazioni – e dunque le nostre eccellenze all’estero – vengano recepiti.
E analizza non solo i cibi più richiesti, ma anche come cambiano i trend e le tendenze negli anni.
Gli alimenti più tradizionali e economici della dieta mediterranea – come la pasta – aiutano a calmierare il carrello della spesa. Con incrementi pari al +15,6% per la pasta sui 10 mesi del 2020. Purtroppo, scendono i vini (-8,4%) e le acque minerali (-8,5%). Ma questo dato va relazionato al fatto che il canale Ho.re.ca. è chiuso in tutto il mondo.
Federalimentare sottolinea che infatti non c’entra la qualità dell’offerta alimentare nazionale. Che anzi, in futuro, continuerà ad aprire nuovi e premianti spazi di mercato. Guardando alle preferenze verso il food and beverage, da parte dei mercati esteri, durante il periodo 2015-2019, emerge un progresso del +22,1% dell’export.
I progressi maggiori risultano appannaggio di acquaviti e liquori (+88.6%) e lattiero-caseario (+38,4%). Seguono molitorio (+29,9%), dolciario (+29,2%) e caffè (+23,3%).
Ma c’è un dato significativo. Nonostante una grande competizione, i consumatori esteri hanno riconosciuto la qualità dei nostri prodotti alimentari italiani. E hanno anche accettato di pagarli di più per acquistarli. E la Dop Economy ha ricevuto un forte impulso.
Infatti, il comparto delle Dop italiane ha raggiunto un fatturato nel 2019 di 16,9 miliardi, pari all’8,4% del fatturato agroalimentare complessivo del Paese.
Sempre nel 2019, invece, l’export ha avuto un valore pari di 9,5 miliardi di euro, cioè il 21,9% dell’intero export agroalimentare italiano.
Inoltre, sappiamo che il futuro non si può pronosticare, ma gli esperti di Federalimentare, dicono che a novembre, ci dovrebbe essere un recupero da quel faticoso +0,1%. La stima è quindi che l’anno 2020 chiuderà per l’export in sostanziale pareggio.
E nel 2021 ci potrebbe essere un sostanziale recupero.