Oggi parliamo di come abbiamo costruito un menù particolare per un’occasione estiva speciale come il matrimonio di Laura e Dejan. Un menù molto vario che ha combinato tradizioni diverse e i gusti più disparati.
Laura e Dejan hanno scelto l’Italia per il loro matrimonio, pur vivendo in Svizzera. Lei è di origine abruzzese, per questo la preferenza vincente è stata quella della sua terra di origine, che trascina con sé tutti i ricordi della famiglia e della sua infanzia.
Il mare Adriatico è stato lo scenario dominante con la sua costa affollata dai tipici trabocchi. Li conoscete? Sono strutture in legno antiche, simili a palafitte, costruite in mare per la pesca. I pescatori calavano le reti direttamente dal trabocco per raccogliere i pesci. Oggi queste meraviglie sono adibite a scopi turistici e diventano interessanti punti di incontro.
Va da sé che in un contesto del genere il mare è stato protagonista per tutta la giornata.
Come abbiamo organizzato questo matrimonio? Innanzitutto, scegliendo come luogo della cerimonia il paese in cui la sposa ha vissuto, con la chiesetta familiare ritrovo di tante persone che proprio lì, in passato l’hanno vista crescere. In questi piccoli centri la gente si raccoglie intorno all’evento del giorno e si sente partecipe. È stato piuttosto naturale per il bar più vicino alla chiesa organizzare un punto beverage, semplice e ristoratore, in un caldissimo pomeriggio di giugno, con acqua e analcolici per rendere la bollentissima giornata più sopportabile.
È stata un’unione di più culture: quella italiana della sposa e quella croata dello sposo, mista ancora a quella svizzera, che è il paese in cui vivono gli sposi. La sfida iniziale fu proprio quella di riuscire ad unire tutti questi dettagli per una giornata.
Adoro cogliere usanze e abitudini e mescolarle, affinché gli ospiti possano riconoscersi ed apprezzare l’attenzione e l’accoglienza. A fine cerimonia, per esempio, gli sposi hanno sventolato le bandiere della loro nazionalità. Questa è una abitudine che non conosciamo e non è diffusa in Italia, ma per loro rappresenta il congiungimento delle due nazionalità. Con una foto di gruppo è sembrato di essere insieme in un unico abbraccio.
La scelta del menù non è stata molto semplice, perché bisognava armonizzare la cultura marinara tipicamente italiana ed il nostro modo di fare ricevimento, con un pubblico poco abituato a mangiare pesce.
In queste situazioni, ti trovi a fare i conti con un’impostazione di “pesce” sapendo già che alcuni chiederanno la carne.
Per mettere insieme i vari aspetti citati prima, abbiamo pertanto puntato ad un menù con prevalenza di portate di terra e la comparsa, soprattutto nel finger food, di qualche nota di mare.
Come è stato costruito il menù?
La degustazione è iniziata con variegati fingerfood di mare e di terra, alternati a show cooking. Mini hamburger all’italiana, focaccine al vino Montepulciano e cipolla rossa con lardo di colonnata, bufaline con tartufo e clorofilla di basilico. E ancora… tortino con zucchine, zafferano e farro, un tocco di ostriche e crudités, naturalmente accompagnate da prosecco e bollicine.
La cena placée è iniziata con una entreè neutra: crema di zucca estiva con profiterole, peperone dolce e semi di zucca tostati nella soia. A seguire sono stati scelti due primi piatti: tortelli di porcini con spuma di parmigiano e tartufo, un primo di terra e di tradizione ed una chitarrina di senatore Cappelli con fiori e frutti dell’orto.
Si è così rispettata l’abitudine di una pasta ripiena ed una di formato lungo.
Per quanto riguarda il secondo, invece, abbiamo optato per un filetto di manzo bardato, burro aromatizzato alle erbe, crema di carote e patate nocciola, crumble di pepe e cacao e ribes al gin con agretti.
Spesso, soprattutto quando il pubblico è estero, bisogna fare i conti con abitudini tanto diverse dal nostro modo di essere, a partire dalla tavola. Troviamo ospiti abituati a pasteggiare con super alcoolici, ed ecco che la delicatezza dei sapori del pesce, spesso contrasta bruscamente con certe abitudini.
La scelta di sapori forti e l’orientamento verso un menù tipicamente “carne” può essere una buona soluzione.
In questo caso l’abbiamo adottata, ottenendo il risultato sperato! Un’ospite “sorpreso” dalle nostre tipicità, il tartufo, i funghi porcini, il parmigiano, sapori e gusti decisi, che difficilmente ritrovano nel loro paese, ma senza stravolgere le loro abitudini, magari pasteggiando con il cocktail. Sì, avete capito bene…
L’abitudine del buon vino per un convivio importante è grande cultura italiana!
E per finire in bellezza, la torta
Sul finale una gran bella torta, americana nell’aspetto ma italianissima nel sapore, farcita con crema chantilly e crema nocciola.
Immancabili i dolci tipici locali, i dessert al cucchiaio e la degustazione del confetto italiano.
Questo matrimonio è stato senz’altro un’esperienza per molti ospiti che per la prima volta si sono trovati in Italia. In questi casi c’è una gran voglia, da parte di chi i luoghi li conosce e li ha vissuti, di trasmettere una accoglienza fatta di atmosfera e di sapori. L’aspetto è senz’altro turistico, ma si inserisce in un evento elegante ed importantissimo.
Dirvi che è stato un gran successo è ovviamente sottinteso.
Crediti foto: Giacomo Barbarossa