A Natale la tradizione ci spinge a optare per un menù a base di pesce. Perché si sa, il pesce fa bene. Dalla più semplice pasta alle vongole alle cozze gratinate, dalla sogliola alla piastra ai piatti più elaborati che la fantasia dello chef riesce a creare.
Così facendo si riesce a conciliare il buon gusto alla salute, scoprendo che le cozze sono perfette per combattere i reumatismi. Le vongole sono utili alla “pulizia” dei vasi sanguigni. I gamberi sono ottimi antiossidanti contro l’invecchiamento. E poi ancora, un filetto di salmone contribuisce a conciliare il sonno. Queste sono solo alcune delle proprietà terapeutiche poco conosciute di pesci e molluschi. A rivelarlo è la Federcoopesca-Confcooperative tramite un sondaggio sugli italiani in materia di cibo e salute. Il 75% degli Italiani è a conoscenza che la dieta alimentare è un alleato fondamentale per rimanere in forma, ma poi 7 su 10, invece di modificare il proprio menù, preferisce assumere integratori.
I prodotti più acquistati in pescheria
Tra i dieci prodotti più acquistati al banco pescheria e più scelti nei ristoranti abbiamo le cozze, ricorda la Federcoopesca, che grazie all’alto contenuto di glucosamina sono considerate un forte antinfiammatorio naturale che aiuta a protegge da artrosi e artriti; sono anche fonte di proteine nobili, di vitamine C e B e di diversi sali minerali, come potassio, sodio, fosforo, zinco e ferro. Ad assicurare una vera sferzata di salute, basta seguire la moda optando per pasta cozze e pecorino, ottimo connubio di gusto e salute; il Pecorino Romano e Sardo, infatti, contiene un rapporto ottimale di Omega 3 e Omega 6, grazie al latte di animali alimentati prevalentemente al pascolo ricco di essenze foraggiare diversificate dall’alto valore nutrizionale.
Anche le vongole, come gli altri molluschi bivalvi, contengono una notevole quantità di vitamina B12, evitando che si depositi troppo colesterolo nei vasi sanguigni. Per conciliare il sonno è bene consumare pesce grasso: dal salmone, al merluzzo, al pesce azzurro. Una ricerca dell’Università norvegese di Bergen ha dimostrato come adulti e bambini con bassi livelli ematici di omega 3 e di vitamina D presentino un maggior rischio di disturbi della qualità del riposo. Insomma un cambio di menu potrebbe essere utile oltre che gustoso, visto che in Italia si consumano meno di 20 chilogrammi l’anno di prodotti ittici, di cui appena il 15% con alto contenuto di omega 3.
Fonte: Ansa.it