Metodo MENUENGINE: cosa evitare per un menù porta guadagno

Lorenzo Ferrari

Lorenzo Ferrari

Con il Metodo MENUENGINE ci occupiamo di aumentare gli incassi dei ristoranti utilizzando il menù come strumento principale. Seguiamo due strade: in primo luogo utilizziamo dati in possesso del ristorante (i “numeri”!) e in secondo luogo riscriviamo in modo oculato nomi e descrizioni dei piatti che compongono il menù. Proprio sulla base di come vengono solitamente descritti i piatti sui menù italiani, sono solito distinguere due tipologie di menù.

Io le chiamo, bonariamente, «La lista della spesa» e il «Creativone». Questi menù sono deleteri per chi li utilizza, perché le reazioni del pubblico sono negative, e le conseguenze si manifestano nell’incasso del ristorante. Vediamo perché.
 

Metodo MENUENGINE: cosa evitare per un menù portaguadagno

La lista della spesa

Il menù “Lista della spesa” è sicuramente il più diffuso nei ristoranti italiani, ed è quello che genera i danni maggiori. Lo si riconosce perché sembra una vera e propria lista della spesa! Con le descrizioni dei piatti scritte proprio come se le si dovessero acquistare dal proprio fornitore di fiducia, con gli ingredienti che compongono il piatto separati da una virgola.
 
 

Esempio pratico
PIZZA DIAVOLA
Con pomodoro, mozzarella, salame pizzante

 
 
Quando domando ai miei clienti perché abbiano deciso di utilizzare questo metodo per scrivere le descrizioni dei propri piatti, la risposta che mi viene data è assolutamente lecita: rigore. Insomma, vogliono essere «rigorosi» e non lasciare nulla al caso. Però, purtroppo, la reazione che un cliente ha di fronte ad una descrizione del genere non è proprio delle migliori. Il cliente è annoiato da descrizioni del genere. Ma in particolar modo è la percezione della qualità che ne risente. Infatti, il peggior difetto del menù «La lista della spesa» è sicuramente la mancanza di emozionalità nella descrizione stessa. Una descrizione fredda, apatica, che genera quindi una percezione di bassissima qualità degli ingredienti.
 

Risultato: il cliente non apprezza a fondo quanto ha nel piatto

 
Magari il titolare usa anche una Spianata Calabra DOP, ma se non viene scritto, il cliente non può saperlo, e quindi apprezzarlo.
In questo caso sono solito ricordare una semplice regola: il cliente non è un esperto. Se vuoi che riconosca la differenza, gliela devi dire.

Metodo MENUENGINE

Creativone

Il Menù «Creativone» si colloca agli antipodi rispetto a quello «Lista della spesa».
 
È raro trovarlo. Ma è una fortuna che sia così perché il pubblico non lo apprezza. Lo si riconosce facilmente perché non è un menù, ma uno sproloquio di parole altisonanti incomprensibile ai più.
Per fare un esempio pratico, proviamo ad immaginare come potrebbe essere descritta la pizza Diavola dell’esempio precedente qualora finisse su un menù «Creativone».
 

Esempio pratico
IL SOGNO DI UN MAIALINO CHE VOLEVA DIVENTARE PIZZA
Con impasto integrale della casa e l’ingrediente segreto del nostro pizzaiolo

 
La reazione del cliente, di fronte ad una descrizione del genere, è di “smarrimento” e confusione.
Risultato: il cliente non apprezza a fondo quanto ha nel piatto
 
Non si riesce bene a comprendere dove il pizzaiolo voglia andare a parare. Si creano quindi delle aspettative sbagliate. E questo è l’aspetto peggiore del menù «Creativone», in quanto un cliente dalle aspettative non chiare risulta impossibile da soddisfare. Qualsiasi manicaretto prelibato gli porteremo non combacerà comunque con le sue aspettative. E un cliente insoddisfatto risulta essere un grande problema, come bene sappiamo.

La soluzione? La narrativa!

In questo caso la soluzione che propongo è quella di creare un menù chiaro, ben descritto e ben impaginato, che abbia indicato con precisione gli ingredienti che compongono i piatti. Ma che, allo stesso tempo, non sia una banale «Lista della spesa».
 
In particolare, la soluzione che reputo migliore è quella di raccontare delle storie! Narrare il piatto al cliente.
 
Vediamo come si evolverebbe la pizza di cui sopra…

LA MIA DIAVOLA
Con salsa di pomodoro fatta in casa, fiordilatte e Spianata Calabra DOP tagliato a coltello. Fuori forno, un giro di “Pizzico”, uno strepitoso olio piccante che ci fornisce Franco, calabrese DOC!

Così facendo: cliente non annoiato (perché “rapito” da una bella storia), che comprende bene la composizione del piatto, i suoi ingredienti e la sua filosofia. Insomma, la descrizione del piatto diventa un pretesto per raccontare la storia e la filosofia che caratterizzano il ristorante.

Una descrizione di tipo «Narrativo» permette anche un leggero aumento dei prezzi, senza nessuna obiezione da parte dalla clientela, in seguito ad un aumento della percezione di qualità del piatto.
 

Menù porta guadagno: ecco cosa evitare di scrivere per attirare l'attenzione del clienteBRUCIA IL TUO MENÙ ti svelerà come trasformare il tuo menù in un potentissimo strumento di vendita e persuasione, utilizzando il Metodo MENUENGINE.
 

 
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