Il Governo ha firmato il nuovo Dpcm con le misure restrittive. Nel Decreto, Quirinale non ha imposto divieti nelle abitazioni. Ci sono solo “forti raccomandazioni”. E così non le misure non invadono le case degli italiani. Dunque, non c’è neppure il divieto di organizzare feste o assembramenti le mura domestiche.
È stato lo stesso premier Giuseppe Conte ad illustrare le misure in video conferenza coi colleghi. E la sua linea prudente ha prevalso su quella più rigorista del Ministro Speranza e Dario Franceschini. Certo, però, che le feste sono vietate in tutti i luoghi sia al chiuso che all’aperto. Nelle case degli italiani, le feste dovranno essere solo contingentate.
Il Dpcm recita così. “Quanto alle abitazioni private, è comunque fortemente raccomandato di evitare feste. E di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6”. Ma non c’è un divieto. E non sono previsti neppure controlli. In questi, giorni, sono state molte le indiscrezioni e molti si chiedevano se alcuni divieti potessero essere costituzionali. Polemica evitata: non ci saranno misure in tal senso.
E questa, è la novità principale del nuovo Dpcm.
Mura domestiche e discorso analogo riguardo alla mascherina. Il Dpcm non introduce una norma vincolante. Ma all’articolo 1 del decreto “è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi“.
Il nuovo Dpc
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmano così il Dpcm. Anche le Regioni. Le misure del nuovo decreto saranno valide per i prossimi trenta giorni. Ecco cosa prevede il nuovo Dpcm.
Bar e ristoranti
La ristorazione dove chiudere alle 24. Ma già dalle 21 sarà vietato consumare in piedi. Perciò, solo i locali dotati di tavoli sia al chiuso che all’aperto potranno continuare a rimanere aperti e a servire clienti. Restano chiuse le sale da ballo e discoteche. Sono permesse fiere e congressi.
Obbligo di mascherine in luoghi chiusi e all’aperto
L’articolo 1 del Dpcm stabilisce che è obbligatorio avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie sull’intero territorio nazionale. E che è obbligatorio di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private. E anche in tutti i luoghi all’aperto. L’unica eccezione è il caso in cui sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento.E comunque, in ogni caso ci deve essere la tutela dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali. Nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande.
Dall’obbligo è escluso chi fa attività sportiva. E i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Come specificato prima, all’intero delle abitazioni private è “fortemente raccomandato” l’uso della mascherina, specie in presenza di persone non conviventi.
Sport
Sono vietate tutte le gare. Così come le competizioni. E anche tutte le attività connesse agli sport di contatto, aventi carattere amatoriale. Riguardo agli sport da contatto, si legge così nel Dpcm.
Sono consentiti “da parte delle società professionistiche. E – a livello sia agonistico che di base – dalle associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). Così come quelle riconosciute dal Comitato italiano paralimpico (CIP). E nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi.”
Stadi
Durante le competizioni sportive è consentito solo il 15% del pubblico rispetto alla capienza totale del luogo. E comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori all’aperto e 200 al chiuso. Va sempre garantita la distanza di un metro. Così come la misurazione della febbre all’ingresso. E le Regioni e le Province autonome sempre possono stabilire un numero diverso di spettatori.
Cinema e concerti
Per gli spettacoli, resta il limite di 200 partecipanti al chiuso. E di 1000 all’aperto. Continua anche il vincolo di un metro tra un posto. Così come l’assegnazione dei posti a sedere. Sono sospesi gli eventi che implichino assembramenti, specie se non è possibile mantenere le distanze. Le Regioni e le Province autonome possono stabilire un diverso numero massimo di spettatori accordandosi con il Ministro della Salute,. In tal senso, sono comunque fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome.
In dettaglio
Non c’è nessun cambio di rotta sulle feste private. E Ristorazione Italiana Magazine ha fornito sempre un’informazione attenta e al passo con l’attualità. Infatti, facciamo notare che mai su questa testata così come dagli uffici del Quirinale si è mai fatto cenno alle abitazioni degli italiani. Si è sempre parlato di nuove regole per i luoghi pubblici. Quindi la proposta di Roberto Speraza, Ministro della Salute, di “vietare tutte le feste” perché il 75% dei contagi avviene tra familiari e amici, se scritta nel Dpcm sarebbe stata in contrasto con la norma primaria.
No ai controlli
Anche Ristorazione Italiana Magazine aveva riportato le parole del Ministro Speranza in modo oggettivo. In un’intervista rilasciata in tv, Speranza poneva l’attenzione sul comportamento degli italiani, perché secondo lui, i contagi erano maggiori tra le relazioni personali. Ed inoltre, proponeva di aumentare i controlli e segnalazioni. Per leggere l’articolo qui.
Sono seguite forti polemiche. E forse, proprio la contrarietà degli italiani in seguito alle parole del Ministro Speranza, ha convinto il premier Giuseppe Conte a mediare in tal senso. Infatti, le parole del Ministro Speranza avevano desta ironie e attacchi sui social. E anche i partiti non sono rimasti indifferenti riguardo alla reazione degli italiani. Ad esempio, Italia Viva sostiene: «La nostra linea è il buon senso. Cerchiamo di non farci ridere dietro”. E oggi Matteo Renzi parlerà in aula al Senato e insisterà con la richiesta di tenere aperti i teatri e le scuole.
Quarantena “breve”
Il Ministero della Salute ha varato una circolare. Che è stata firmata dal direttore generale Giovanni Rezza. Dunque, cambiano le regole sui tempi della quarantena e dell’isolamento fiduciario. Nella circolare si legge che i positivi asintomatici “possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa della positività. Al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo”. Quindi la quarantena obbligatoria si riduce di cinque giorni. E basterà un solo tampone per poter uscire di casa. La circolare infine raccomanda di promuovere l’uso della app Immuni.
Lo smart working
Per ridurre la presenza di pendolari sui mezzi pubblici, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha proposto di incentivare lo smart working. Così come di differenziare gli orari delle scuole. Antonio Decaro è anche presidente dell’Anci. Inoltre, il Comitato Tecnico Scientifico aveva suggerito al governo di portare dal 50 al 70 per cento la quota di lavoro a distanza. Scatenando diverse polemiche perchè la misura avrebbe riguardato i dipendenti pubblici. La paura era che oltre alla crisi, imprenditori e popolazioni sarebbero stati colpiti da un Pa inefficiente. A riguardo si era espresso Giorgio Merletti, per leggere le sue parole qui. Quindi, il Dpcm si limita a raccomandare che le attività professionali “siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile”, da casa o “in modalità a distanza”.
Didattica a distanza
Alcuni sindaci e governatori chiedevano di ripristinare la didattica online. Ma il testo del decreto ha smentito il ritorno alla didattica a distanza per le scuole superiori. Lucia Azzolina ricorda infatti di guardare ai dati e sottolinea quindi che le scuole italiane hanno i contagi più bassi d’Europa. Inoltre, il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, rassicura: “Dobbiamo tutelare soprattutto il lavoro e la scuola”. E torna poi il divieto di gite scolastiche.
Sostegno ai ristoratori
In questo periodo delicato, Ristorazione Italiana aveva parlato anche di sostegno ai ristoratori. Nasce “Pronto, ci sono!” il counselling offerto da Fipe alla categoria ristorazione. Per maggiori info, clicca qui.
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