Pizza da Guinness a FICO Eataly World
Sabato 27 luglio, la pioggia non ha fermato la sfida che 30 pizzaioli, partiti da Napoli, hanno affrontato e realizzato a FICO Eataly World di Bologna, la “Pizza da Guinness”. Ci cono volute sessanta braccia esperte e forti per impastare, stendere, condire, infornare e servire la “Pizza da Guinness”. Una pizza lunga 500 metri che ha unito tutti i sapori d’Italia grazie ai prodotti tipici di 20 regioni italiane.
Nel parco del cibo più grande del mondo la pizza è stata preparata su 270 tavoli e cucinata in due grandi forni a legna “mobili” che, partendo dalle estremità del lunghissimo nastro di pasta, hanno cotto la pizza ad una velocità di circa 120 metri all’ora.
Gli ingredienti
I maestri pizzaioli, tra cui anche 10 giovani talenti under 30 scelti da Rossopomodoro, hanno utilizzato una lista degli ingredienti da record:
– 500 chili di farina del Molino Caputo
– 400 di pomodoro Ciao, 500 di fiordilatte Latteria Sorrentina
– 10 chili di basilico,
– 50 litri di olio extravergine di oliva Olitalia,
– più di 50 altri ingredienti tipici, alla base dei condimenti più golosi e particolari messi a disposizione da D’Amico e Robo, usati come fantasiosi topping per impreziosire il prelibato cibo da record.
Soddisfatto di questa nuova impresa, Claudio Sebillo, founder di Oramata Grandi Eventi, società che organizza Napoli Pizza Village: “Dopo aver realizzato il Guinness della pizza più lunga al mondo nel 2016, abbiamo accettato con grande soddisfazione questa nuova sfida con Fico Eataly World per produrre la Pizza da Guinness. Una pizza che unisce l’Italia, esaltando il lavoro dei pizzaioli napoletani ma anche quello delle tipicità alimentari italiane. Nella logica del Napoli Pizza Village questo a Fico è un evento rappresentativo tra gli addetti ai lavori e del prodotto pizza nel mondo”.
La pizza con la sua la spettacolare sequenza di ricette è stata servita al pubblico fino a tarda sera. Numerosi sono stati coloro che ha affollato il Parco del Cibo per assistere alla particolarissima preparazione.
Crediti foto: Ufficio Stampa Kuhne & Kuhne