Se da un lato l’ecommerce ha fatto boom e le vendite della Grande distribuzione organizzata hanno visto un’impennata. Dall’altro lato il settore della ristorazione ha visto un importante calo di presenze. Ma il settore non si arrende e punta alla consegna a domicilio.
In presenza dell’attuale situazione d’emergenza e delle nuove disposizioni del Governo che suggeriscono di limitare le uscite, le attività ristorative vanno incontro al cliente proponendo il servizio di take away. E soddisfano così le nuove esigenze del consumatore 2.0, tentando di ammorbidire l’impatto negativo del Coronavirus.
Un comparto, quello della ristorazione, in cui operano oltre 300mila imprese con circa 1,5 milioni di lavoratori e un valore aggiunto di 90 miliardi di euro.
Alcune attività, già operative con il take away e la consegna a domicilio, hanno rafforzato questi servizi offrendo gratuitamente il trasporto. Incentivando così il consumatore a gustarsi comunque una pietanza pronta e perfettamente consegnata, senza mettersi ai fornelli. Altri locali, invece, non predisposti al delivery hanno introdotto proprio in questo momento il servizio di consegna a domicilio
C’è chi si è organizzato proponendo un menù dedicato al delivery e pensato per preservare al meglio le caratteristiche qualitative e organolettiche del piatto. Chi non ha perso tempo che ha pensato di utilizzare i taxi come mezzo per la consegna a domicilio o ancora chi ha finalmente ceduto all’asporto utilizzando contenitori plastic free e sostenibili.