Tradizione e importanza della viticoltura pugliese di Tenuta Viglione

Luca Gardini

Luca Gardini

Impossibile sintetizzare l’importanza e la rinomanza che la viticoltura pugliese ha rivestito e riveste nel bacino del Mediterraneo, fin dall’età antica. Se si vuole credere al mito dei Nostoi, nella fattispecie alle tormentate vicende dei reduci della Guerra di Troia Diomede ed Antenore, alla deriva nel mare Adriatico, come narrato nell’Odissea di Omero, è verosimile che, nonostante la strenua opposizione esercitata dalle tribù indigene dei Peucezi e dai Dauni, la cultura greca, soprattutto quella relativa alla vite, anche sfruttando un’unità di intenti con le popolazioni illiriche, penetrò la vocatissima regione pugliese fin dall’VIII° secolo avanti Cristo, ovverosia prima della vera e propria colonizzazione greca e dell’Enotria.

Nonostante questo, e nonostante le numerose dominazioni a venire (Normanni, Spagnoli, Francesi, che hanno lasciato tracce di grande interesse negli usi e nei costumi delle genti pugliesi), tutte peraltro unanimi nel supporto all’enorme potenziale vitivinicolo del territorio, è stato soltanto in anni più recenti, ovverosia dopo il 1990, che la Puglia ha ripreso in mano il proprio destino enologico, per decenni sacrificato alla produzione massiva, destinata a rinvigorire produzioni, anche molto rinomate, in tutta Europa, soprattutto tra la fine dell’800 e l’inizio del 1900.

Tenuta Viglione

Tenuta Viglione, la storia di un vitigno e di una famiglia

Azienda Vinicola Tenuta Viglione, presente sul territorio fin dal 1937, ha i suoi obiettivi proprio nella volontà di rinverdire tradizioni contadine e vitivinicole vecchie di millenni. La collocazione, innanzitutto, che come spesso capita nella viticoltura è elemento essenziale. Siamo a Santeramo in Colle, provincia di Bari, a due passi dal comune di Gioia del Colle ma soprattutto cuore pulsante delle Murge, un altipiano carsico che le ricchezze della varietà geologica della nostra penisola ha collocato nel bel mezzo del territorio pugliese.

Famiglia Zullo, prima con Giovanni, ora con il figlio Raffaele, ha da anni intrapreso un bel percorso di crescita collocando la sede della propria attività nella splendida Masseria Viglione (ora, dopo la raffinatissima ristrutturazione, trasformatasi in Tenuta Viglione), originaria del 1600. Un progetto fin da subito orientato alla sostenibilità, ora approdato alla certificazione biologica, sempre perseguendo quegli intenti di conservazione del patrimonio territoriale che animano l’impresa fin dalla sua fondazione.

La viticoltura moderna

Tenuta Viglione vino biancoI vigneti, che ospitano in gran parte varietà territoriali che hanno fatto la fortuna della moderna viticoltura pugliese, come Primitivo, Nero di Troia, Negroamaro, ma anche Verdeca, Fiano e Falanghina, sono collocati in zona collinare, proprio ai piedi della Murgia Barese, in piena DOP Gioia del Colle, a circa 450 metri slm, con terreni calcarei-argillosi ricchi di minerali e fossili marini.

Esposizioni perfette, oltre ad una benefica, e costante, escursione termica, che allieta le ore più delicate per la maturazione fenologica della vite, permettono, insieme ad una cura rigorosa della campagna e a idee altrettanto precise in cantina, di arrivare a realizzare bottiglie di grande compiutezza, in cui le caratteristiche varietali sono sempre in grande evidenza, a servizio dell’obiettivo finale della piacevolezza di beva. Un importante progetto di recupero è quello dedicato a rinvigorire i fasti del vitigno Susumaniello, per anni anche lui confinato nel limbo della produzione per autoconsumo, visti i rendimenti impressionanti, ora invece, grazie ad equilibri produttivi più ragionevoli, capace di esprimere un potenziale notevole in termini di freschezza e succosità, non a caso proposto, nelle etichette di casa, sia in versione rossa che rosata.

Tenuta Viglione

Gli assaggi di Luca Gardini

A seguire una selezione delle etichette più interessanti della cantina di Santeramo in Colle.

Gioia Del Colle DOP Primitivo Riserva Marpione 2018
Uno dei rappresentanti più insigni di casa Viglione, questo Primitivo in purezza affinato sia in botte grande che in barrique, che mantiene quello che promette in termini di magnetica fascinosità. Mora di rovo, sottobosco e liquirizia al naso, bocca succosa, densa, persistente.

Gioia del Colle DOP Primitivo Sellato 2019
Il ‘verso’ del fratello maggiore, egregio ‘terreno di studio’ per comprendere tutte le sfumature varietali di cui è capace un grande vitigno. Lavorato in inox e legno, ha naso di ciliegia rossa, con tocchi di noce moscata e foglia di pepe. Al palato denso-succoso, con tannini salmastri e bella persistenza di beva, con ritorno delle spezie dolci.

Puglia IGP Herba 2021
Un territorio la cui ricchezza vitivinicola è visibile anche in ambito di vini bianchi, come dimostra questo  brillante blendChardonnay/Verdeca, note di litchi, pesca Abate e maggiorana al naso, con beva salmastra e ritorno fruttato-officinale.

Puglia IGP Susumaniello Morso Rosso 2021
Un Susumaniello sorprendente, che davvero ‘morde’ come da premesse. Fermentato in barrique ed affinato negli stessi vasi vinari per il 30% della massa, ha bellissimo attacco di violette selvatiche, poi marasche, con tocchi di cappero sotto sale. Al palato salmastro-sapido, con ritorno fruttato-floreale e ottima lunghezza.

Puglia IGP Susumaniello Morso Rosa 2021
Notevole anche la versione ‘in rosa’ di Susumaniello, affinato per 3 mesi in barrique. Al naso note di fragoline di sottobosco, con tocchi di timo citrino, pepe bianco e lavanda. La beva è succoso-sapida, con ritorno fruttato e croccantezza. Convincente persistenza, chiude fruttato-floreale.

 


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