Olio italiano e UNAPROL: garantire qualità, tracciabilità e trasparenza

David Granieri, presidente di Unaprol il più importante Consorzio Olivicolo Italiano ha lanciato un appello: “Per valorizzare la filiera degli oli di oliva vergini chiediamo di attivare quanto prima delle misure specifiche volte a garantire la piena rintracciabilità delle produzioni olearie italiane e contrastare eventuali attività fraudolente a tutela della qualità degli oli di oliva vergini. La vendita dei cosiddetti “condimenti”, per i quali risulta inapplicabile il divieto alla commercializzazione delle miscele di oli di oliva con altri oli vegetali, cosi come previsto dall’art. 23 del R.D.L. n. 2033/19252, pone una seria questione relativa alla necessità di verificare la congruità dell’indicazione in etichetta della percentuale di olio rispetto al peso netto totale del condimento stesso. Tenuto conto di questo, si chiede di intensificare i controlli al fine di verificare che la percentuale di olio contenuta nel prodotto “condimento” corrisponda a quanto dichiarato in etichetta.”.

olio italiano

Olio italiano, la necessità di una cabina di regia

È necessario ai fini dei controlli sulla tracciabilità dell’origine,attivare una cabina di regia volta a stabilire le necessarie misure informatiche, uno strumento di indagine aggiuntivo che permetta di mettere in comunicazione e far dialogare le informazioni della scheda oleicola del fascicolo aziendale e la materia prima registrata dagli operatori obbligati alla tenuta del Registro Telematico di cui al DM 23 dicembre 2013.

Intensificare i controlli sulla filiera e sui prodotti

“È fondamentale inoltre intensificare i controlli al fine di verificare che la percentuale di olio contenuta nel prodotto “condimento” corrisponda a quanto dichiarato in etichetta – ha proseguito Granieri – e  attivare quanto prima le misure necessarie volte a stabilire le modalità di registrazione, nell’ambito del SIAN, della consegna delle olive da olio italiano ai frantoi oleari da parte dei commercianti di olive. Sarebbe auspicabile inoltre estendere il sistema di tracciabilità telematico attualmente vigente in Italia agli altri stati europei, in modo che il modello italiano diventi un modello europeo”.


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