Manca poco all’annuale appuntamento della spremitura delle olive nei nostri frantoi e, in prossimità dell’arrivo dell’olio novello, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio d’Oliva ha organizzato un confronto sui test sensoriali ed assaggi di oli del Mediterraneo ed extra Mediterraneo (Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda, Uruguay, Cile, Argentina, Brasile) che durerà fino 17 settembre ad Imperia. L’intento del meeting è quello di presentare un vademecum di consigli per gli acquisti in sei punti per scegliere un olio extravergine di qualità.
1- Non limitarsi ad un solo tipo di olio ma, come per i vini, cominciare ad abbinare l’olio giusto ad ogni piatto, tenendo presente che tutti gli oli, invecchiando, hanno un degrado qualitativo. Consigliamo di avere almeno tre bottiglie di diverse tipologie (1 fruttato leggero, 1 fruttato intenso, 1 medio).
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2- Considerare il gusto. Un olio è buono se non presenta all’assaggio sentori negativi. Dal carciofo alla mela, tutte le sfumature delle note vegetali sono assolutamente positive.
3- Analizzare il profumo, che deve ricordare quello del frutto dell’oliva sana e colta al giusto grado di maturazione.
4- L’extra-vergine economico per le fritture è comunque preferibile rispetto all’uso dell’olio di semi. Inoltre, anche l’olio d’oliva, spesso non preso in considerazione, è un buon olio per friggere.
5- L’espressione “spremitura a freddo“, con la quale si intende la lavorazione entro una temperatura di 27°, non è sinonimo assoluto di qualità, anche se in sé si tratta di una procedura di spremitura superiore
6- Sono numerosi i consorzi che emettono etichette DOP o IGP. E’ bene sempre controllare la presenza della certificazione sull’etichetta. Non è sicuramente una garanzia al 100% della qualità del prodotto, ma è lo strumento migliore per valutare e per legge, oggi, è obbligatorio indicare in etichetta le origini degli oli che sono stati utilizzati.
fonte: ansa.it